SALA DI ERCOLE

Le mie fatiche

Il dipinto al centro della volta non è lo stesso di un tempo: Giani originariamente sistema un dipinto più antico ma del tutto in tema con la sala, l’Apoteosi di Ercole, la sua trasformazione da eroe a divinità. Uno dei tanti proprietari venuti dopo il Conte lo vende e lo sostituisce con il quadro che vediamo oggi. L’opera è completamente fuori tema e in assenza del quadro sistemato in origine le imprese dell’eroe risultano incomplete perché sprovviste del finale.

Il Conte nel susseguirsi delle stanze immagina un percorso che inizia nella sala di Apollo e finisce con il racconto di Ercole. Ercole è per la generazione del Conte l’eroe per eccellenza, come lo era stato per i principi del Rinascimento. Per i Massoni l’eroe incarna la forza e la saggezza, la capacità di scegliere sempre il bene di fronte a un bivio, tutte virtù necessarie per superare gli ostacoli e raggiungere la perfezione spirituale. Il Palazzo doveva essere sia una semplice dimora sia una rappresentazione del percorso iniziatico appena descritto.

Come nei fregi di un antico tempio greco, le raffigurazioni di Ercole con il leone e con l’Idra, il mostro della palude di Lerna, sono una rappresentazione di questo modello. Il tema di Ercole non è certo una novità, potete trovarlo anche nel Gabinetto di Astronomia di Palazzo Laderchi e nella galleria di Palazzo Gessi.

Ercole è il simbolo di cui la generazione di Milzetti riveste le proprie aspirazioni.