SALA DELLE FESTE

Le illusioni perdute

La sala dove ci troviamo è il luogo più sfarzoso e prestigioso di tutto il Palazzo, la Sala delle Feste.

Per dare forma alle aspirazioni del Conte, Giani e la sua bottega decorano ogni singolo centimetro di questa stanza, dalle pareti ai soffitti. Le scene dipinte, l’ornamento, il mobilio e i tessuti sono perfettamente integrati tra di loro. L’effetto di insieme accentua la sensazione di entrare a far parte di questa meraviglia e di partecipare alle azioni dei grandi eroi. Il Conte sogna di organizzare in questo luogo delle feste per ospiti che dovrebbero provare questa stessa emozione. Le glorie antiche celebrano la carriera militare del Conte e la sua epoca, con particolare riferimento all’eroica impresa di Napoleone.

Le scene dipinte sul soffitto raccontano della leggendaria guerra di Troia tra i Greci, guidati da Agamennone, e i Troiani, guidati da Ettore. Il protagonista delle scene è Achille, l’eroe greco per eccellenza, l’unico che osa ribellarsi ad Agamennone.

Seguite la narrazione iniziando dalla scena in alto in cui Crise, il sacerdote di Apollo, supplica Agamennone di riavere indietro sua figlia. Agamennone rifiuta e Apollo offeso scatena un’epidemia nel campo dei Greci. Agamennone, costretto a restituire la ragazza per placare il dio, pretende in cambio la schiava di Achille, Briseide. La scena centrale racconta il momento in cui l’eroe, folle d’ira, sta per estrarre la spada e uccidere Agamennone ma la dea Minerva afferra i suoi lunghi capelli e impedisce la strage. Achille cede, consegna Briseide ma rinuncia anche alla battaglia nonostante le suppliche disperate dei Greci. Nulla lo smuove, finché il suo caro amico Patroclo viene ucciso da Ettore. Seguite le altre scene: la madre Teti va nella fucina del dio Vulcano e chiede una nuova armatura per il figlio, e la porta ad Achille che trova in lacrime sul corpo di Patroclo. In una delle lunette l’eroe greco combatte furiosamente contro il principe dei Troiani, Ettore. Vinto lo scontro, trascina il corpo del nemico lungo le mura di Troia.

Nell’Iliade tradotta da Cesarotti l’episodio è raccontato con questi versi:

I palpitanti nervi / d’ambi i talloni gli trafora, e questi / tenacemente con bovine strisce / al carro annoda, indi vi sale, e sferza / i focosi destrieri.

Nell’altra lunetta il re troiano Priamo va nel campo dei Greci e implora di avere indietro il corpo del figlio per celebrarne gli onori funebri. Achille, mosso a pietà, placa la sua furia e concede a Priamo il corpo di Ettore.

La storia raffigurata racconta di tempi di eroi dove l’onore, la grandezza e la fedeltà ai propri valori sono ideali fondamentali.

L’amicizia di Francesco con la famiglia Laderchi è fondamentale per la sua carriera politica ed è grazie al loro appoggio che entra in contatto con la corte del Regno d’Italia e col viceré Eugenio di Beauharnais. Quest’ultimo lo nomina al comando della quarta Compagnia di Romagna il 9 settembre del 1805 e, come gli eroi di un tempo, il Conte giura poi fedeltà a Napoleone nel 1807 a Milano.

Ora date le spalle al Tempio di Apollo e proseguite nelle stanze alla vostra destra che formano un piccolo raccolto quartiere.