SALA DI NUMA POMPILIO

Sognavo di diventare un eroe

Le leggende e le storie degli antichi sono un modello per Milzetti e per la sua generazione, nei valori e nelle gesta degli eroi del passato cercano loro stessi.

La funzione pubblica di questa stanza è evidenziata dal tono solenne delle decorazioni. Sul soffitto è narrata la storia di Numa Pompilio, il secondo re di Roma che diede le prime leggi scritte ai Romani.

Il racconto inizia dal dipinto al centro con gli ambasciatori che chiedono a Numa di accettare il trono dopo la morte di Romolo. Lui accetta e il racconto prosegue in senso antiorario partendo dai tondi in basso: Numa va al Campidoglio per capire la volontà degli dèi attraverso il volo degli uccelli; poi sale sull’Aventino per fare appello a Giove e benedice le Vestali, le vergini che custodiscono il focolare sacro.
Le vestali sono le sacerdotesse più importanti a Roma, e, consacrate completamente alla divinità, non possono sbagliare a pena di punizioni terribili come quelle inflitte dal Pontefice Massimo raffigurato nel tondo. Nel quadrato accanto una vestale è murata viva per aver peccato e infranto il voto di castità.
Nei due tondi successivi Numa è consacrato re di Roma e incontra Egeria, una ninfa delle acque, che sposa in seconde nozze.
Gli ultimi episodi sono dedicati ai libri con le leggi che apprende direttamente dalle Muse. I libri sono custoditi in un’arca di pietra e ritrovati intatti a seguito di un’alluvione quattrocento anni dopo la morte di Numa. Il prefetto Petilio ritiene sacrilega la diffusione di quei libri così decide di bruciarli.

Il Conte Milzetti a 36 anni ottiene la sua prima carica di rilievo, ma non può permettersi distrazioni perché ha l’obbligo morale di rispettare la severità del ruolo che ricopre. Solo con disciplina e severità può raggiungere la saggezza dell’esemplare Numa Pompilio ed essere ricordato nei libri di storia.

La generazione del Conte è legata profondamente a questi ideali e a questo eroismo, ma le cose cambiano molto rapidamente: i giovani iniziano a seguire le idee patriottiche di Mazzini e ad abbandonare l’ideale napoleonico. I filofrancesi vogliono cambiare il mondo ma i loro ideali sono sbiaditi come la tappezzeria di queste pareti, che il tempo ha fatto virare da blu intenso verso il giallo.