SALA DI ULISSE

La mia Penelope e la tela del destino

Vi siete stancati di queste antiche storie? Per Milzetti e la sua generazione sono piene di fascino.

La camera da letto del Conte e la sua sposa è interamente dedicata ad alcuni episodi dell’Odissea, la storia di Ulisse: l’eroe del viaggio e del desiderio di conoscenza, l’eroe dai mille volti in grado di superare ogni ostacolo.
Dopo la guerra di Troia Ulisse vaga per mare per dieci anni prima di riuscire a tornare nel suo paese natale, a Itaca, e a ritrovare la moglie Penelope.

Le scene sul soffitto raccontano i momenti del ritorno dell’eroe in patria. Le impresi di Francesco non sono paragonabili a quelle di Ulisse, ma è libero di immaginare Giacinta ad aspettarlo a casa mentre lui tenta di fare l’eroe. È insolito decorare con  questa ricchezza una stanza dalla natura così intima. L’idea alla base di tale scelta è quella di creare ambienti adatti alla vita familiare con le stesse caratteristiche degli spazi di rappresentanza. Notate come lo schema decorativo con la complessa ripartizione degli spazi, il bianco e il blu di Prussia che incorniciano le scene, sia diverso da ogni altro soffitto del Palazzo.

Ma stavamo parlando di Ulisse, ecco le sue storie.
Il racconto inizia con Telemaco che abbraccia la madre Penelope dopo il suo breve viaggio alla ricerca del padre; poi, in senso antiorario, il ritorno di Ulisse riconosciuto dal fedele cane Argo che subito dopo muore. Nelle scene successive, Ulisse indossa abiti da mendicante per essere irriconoscibile, e intanto Penelope piange al ricordo del marito distante. Invece la vecchia nutrice Euriclea riconosce Ulisse da una cicatrice.

Il racconto prosegue con la scena della famosa gara con l’arco: chi riesce a tendere l’arco avrà la mano di Penelope. Ippolito Pindemonte nella sua traduzione dell’Odissea racconta della vittoria di Ulisse:

Ma il Laerziade, come tutto l’ebbe / ponderato, e osservato a parte a parte, […] agevolmente / tira, volgendo il bischero, la corda: / tale il grande arco senza sforzo tese

Il racconto termina nella scena nell’ovale centrale dove Penelope e Ulisse, finalmente ricongiunti, raggiungono il loro letto nuziale:

Poscia corse vêr lui dirittamente, / disciogliendosi in lagrime; ed al collo / ambe le braccia gli gittava intorno

Il Conte spera di affascinare Giacinta con questo racconto così da convincerla a vivere in questi spazi, e ad aspettarlo fedele come Penelope.