BIBLIOTECA

Ho regalato al Conte un Best-Seller

Eccoci finalmente nella biblioteca, il tempio di ogni intellettuale o nobile di rispetto.

La lettura dei classici o dei nuovi poeti è un’attività molto diffusa al tempo, attività condivisa sia da Giani sia dal Conte Milzetti. È proprio su questi scaffali che il Conte colleziona i suoi libri.

Nel 1802 Ugo Foscolo pubblica il suo capolavoro Le Ultime lettere di Jacopo Ortis. Felice Giani e lo scrittore sono uniti da amicizia e probabilmente conoscono l’uno le opere. Anche il Conte doveva amare questo libro perché è il ritratto dei desideri e delle ambizioni dei giovani che volevano cambiare il mondo ed essere finalmente moderni. Potrebbe aver riconosciuto in quei giovani ambiziosi i francesi, che tanto ammira.

Giani nutre la sua creatività con letture di saggi, teorici e impegnativi. Allo stesso modo trae ispirazione da modelli come quelli studiati sulle raccolte di stampe prodotte dopo le grandi scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei. È grazie a queste letture e alla sua incontenibile curiosità che in questo ambiente crea un’illusione ottica con modanature a finto legno nel soffitto per creare continuità con le superfici dei mobili.

In questo ambiente Giani raffigura Apollo e Minerva, simboli della conoscenza e della saggezza, circondati dalle personificazioni delle arti.

Sopra la finestra, ai piedi dell’Abbondanza e del Commercio dipinge le iniziali del Conte. Risulta strano adesso pensare che il Conte abbia voluto essere ricordato anche in quegli ambiti in cui si è rivelato meno accorto.