ANTIBAGNO

Profumo di cera fusa

Qualche anno prima di lavorare per il Conte, Giani trascorre un periodo a Roma dove incontra il Conte Giacomo Laderchi e insieme visitano la Domus Aurea, l’antica villa dell’Imperatore Nerone. La ricchezza e l’eleganza delle decorazioni lasciano nell’artista un intenso ricordo. Poi visita Napoli e scopre le meraviglie venute fuori dagli scavi di Ercolano e Pompei. Anche qui entra in contatto con modelli che decide di portare nelle decorazioni che realizza a Faenza.

Accedendo nell’antibagno abbiamo la sensazione di ritrovarci in un’atmosfera pompeiana: il fondo blu-nero della parete e la brillantezza dei colori ricordano l’effetto ottenuto con la tecnica dell’encausto. Quest’ultima è una tecnica pittorica antichissima usata dai Greci e poi dai Romani e prevede diversi passaggi, in cui l’artista prepara l’impasto colorato unendo i pigmenti macinati alla cera sciolta. Nel momento della stesura di questo composto erano necessario utilizzare particolari attrezzi di metallo.

La riscoperta dell’antico come modello al quale fare riferimento è alla base del linguaggio pittorico di Giani.

In questa sala l’artista celebra il tema dell’acqua rappresentando figure danzanti, portatrici d’acqua, festoni e nell’ovale al centro della volta le nozze di Nettuno, il dio del mare, e Anfitrite, la più bella tra le Nereidi.

Il pezzo forte di questa stanza è la vasca da bagno incassata a pavimento. Sono pochissimi i nobili ad averne una, per l’epoca è una novità assoluta. Prima della Rivoluzione Francese i nobili avevano altre abitudini, preferivano profumarsi invece che lavarsi!

Questo ambiente rievoca gli antichi ninfei ed è dotato di condutture per l’acqua calda e fredda. Per questa innovativa soluzione il Conte deve ringraziare lo spirito della Rivoluzione Francese e degli ingegneri di Napoleone!