Giani disegnatore

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Accanto alla magnificenza delle sale dipinte, l’opera di Felice Giani a Palazzo Milzetti si rivela anche attraverso i suoi disegni preparatori. Questi fogli, nati come studi e progetti, testimoniano l’abilità del maestro nel tradurre idee e suggestioni in immagini che avrebbero preso forma sulle pareti e sui soffitti del palazzo. 

Per documentare e accompagnare la propria attività, Giani si serviva di diversi strumenti, ciascuno con una funzione distinta. Da un lato vi era il taccuino amministrativo, di cui è giunto a noi l’esemplare avviato nel 1802: un registro in cui annotava in ordine cronologico le committenze, i tempi di esecuzione e i compensi ricevuti, documento fondamentale per ricostruire la sua carriera e le relazioni professionali.

Accanto a questo, Giani faceva ampio uso di taccuini grafici e di numerosissimi fogli sciolti, che appartengono a una dimensione più intima e creativa. In queste carte l’artista sperimentava liberamente idee, studiava composizioni, abbozzava figure e decorazioni, dando forma a un continuo laboratorio su carta. Esse testimoniano la sua instancabile attività di ricerca e la rapidità con cui sapeva tradurre l’intuizione in immagine, offrendo oggi la possibilità di seguire da vicino il suo processo creativo.

Diversi esempi di questi fogli sono oggi noti digitalmente grazie alla Fototeca Anna Ottani Cavina, custodita nel catalogo online della Fondazione Federico Zeri di Bologna. Questa testimonianza fa riferimento a diverse raccolte significative, come il celebre album Da Faenza a Marradi del 1794, custodito presso la Biblioteca Comunale di Forlì (Archivio Piancastelli), e numerosi fogli distribuiti tra importanti istituzioni: dal Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, fino a collezioni internazionali come quella del Cooper-Hewitt, Smithsonian Design Museum di New York.


Il percorso web, qui elaborato, include riferimenti a questi nuclei grafici.